Il
Museo della Valle dell’Eleuterio, ospitato nelle sale del
cinquecentesco Castello Beccadelli Bologna di Marineo,
intende raccogliere le testimonianze storico-archeologico,
artistiche e documentarie dell’intero comprensorio
territoriale, le cui peculiarità morfologiche e
naturalistiche determinarono certamente, nel corso dei
secoli, un’intensa antropizzazione dell’area che diede
vita a molteplici manifestazioni culturali ancora oggi
apprezzabili.
ARCHEOLOGIA E STORIA
NELLA VALLE DELL'ELEUTERIO
Il Museo accoglie reperti provenienti
dall’intero comprensorio di Marineo ma, soprattutto, dai
diversi insediamenti distribuiti lungo il corso del fiume
Eleuterio, che fin dall’antichità costituì una realtà
idrografica di fondamentale importanza per il collegamento
tra la costa tirrenica settentrionale e l’entro terra.
Soltanto abili tracce rimangono nel territorio per quanto
riguarda l’età preistorica, mentre più consistente appare
l’occupazione in epoca arcaica, certamente in connessione
con la fondazione delle colonie puniche costiere - Panormos e Solunto, poste rispettivamente ad Ovest e
immediatamente ad Est della foce dell’Eleuterio - e con il
pro cesso di ellenizzazione avviato nell’entroterra dalle
colonie greche della costa settentrionale(Himera) e
meridionale (Selinunte, Agrigento, Gela). Tra i siti di
maggiore rilievo si ricordino quelli di Monte Porcara
(3)
e
Pizzo Cannita
(4), entrambi situati nell’area del basso corso
dell’Eleuterio (Sala II).
Ad
una
contrazione del popolamento nel pieno V sec. aC., seguì,
tuttavia, un nuovo periodo di floridezza durante l’età
ellenistica prolungatosi, probabilmente, anche dopo la
conquista dell’isola da parte dei Romani. Solo pochi
insediamenti sono, invece, riferibili all’età
romano-imperiale anche se l’indagine archeologica ha
portato alla scoperta di una testimonianza di eccezionale
valore storico e documentario relativamente all’età
tardo-romana: si tratta di un vasto cimitero sub divo sito
di Contrada S.Agata - a circa trenta chilometri a Sud di
Palermo, tra Piana degli Albanesi, da cui dista 9 Km, ad
Ovest e la Rocca di Marineo ad Est - di cui sono state
indagate circa 250 tombe fittamente addensate, i cui
corredi funerari
(1 -2), deposti all’interno della tomba presso
la testa e le spalle
dell’inumato, comprendono numeroso
vasellame di vetro, lucerne e oggetti di orna mento in
metallo (Sala III).
Anche in
età medievale il territorio di Marineo risulta densamente
abitato, come atte sta la fitta rete di villaggi e
masserie che si distribuiscono intorno ai più ampi insedia
menti d’altura.