|
Nel piano di fabbricazione del quartiere di
S.Antonino fu prevista la esistente piazzetta con prospiciente la sede
della congregazione della Madonna della Mercede istituita a Marineo
nell'anno 1600. Ma la sede della congregazione non era destinata a
rimanere tale perché prima del 1660 fu trasformata in chiesa; è proprio
di questa data il primo documento che parla della chiesa di S.Antonino.
Ottima è la posizione in cui si trova. Si affaccia nella piazzetta che
le dà aria e respiro e gode di un posto preminente dal punto di vista
urbano.
Da quando fu costruita, la chiesa ha subito diversi restauri a causa del
terreno poco stabile su cui si trova. L'ultimo restauro risale alla fine
dell'ottocento quando fu rifatta tutta la volta.
Il prospetto principale è semplice e si conclude in alto con un frontone
triangolare di origine classica. Sulla porta d'ingresso si trova una
piccola nicchia che in origine doveva servire a contenere una scultura.
Al disopra della nicchia si vede una finestra circolare che, oltre a
fornire luce all'interno, ha una funzione decorativa. Sulla sinistra del
prospetto, incorporato alla costruzione, il campanile.
Internamente sono evidenti le aggiunte, le modifiche e le
ristrutturazioni effettuate nel corso dei secoli. L'interno formato da
un unico ambiente rettangolare di metri 13x7,50, modesto per dimensioni,
ma abbastanza luminoso. Richiama la pianta ad aula simile a quella della
chiesa del convento. Sull'ingresso si trova una secentesca loggia che si
affaccia nella navata con quattro archi scemati sostenuti da colonne,
nel piano inferiore, e da pilastri, in quello superiore. La diversità
degli elementi di sostegno, è dovuta al rifacimento del piano superiore
danneggiato, nella seconda metà dell'ottocento, dal crollo della volta
che fu poi ricostruita nel 1893.
La copertura a botte poggiante sul cornicione secentesco, è forata alle
basi da sei finestre quadrangolari (tre per lato) e contiene nella parte
centrale una pittura con l'immagine di S.Antonino e Gesù Bambino.
Nelle pareti laterali vi sono sei nicchie (tre per lato) con arco a
tutto sesto separate da semplici lesene doriche. Le due nicchie centrali
sono fornite di altari secondari di stile neoclassico decorati con
pannelli in marmo a basso rilievo, raffiguranti motivi floreali. Nella
nicchia di sinistra troviamo un Crocefisso, mentre in quella di destra
si trova una tela ad olio di grandi dimensioni dove sono raffigurati
S.ANTONINO CON GESU' BAMBINO e festosi putti. La tela è stata realizzata
nel 1889 da Rosalia Ballesteros della famiglia dei Marchesi della
Fattoria di Acqua del Pioppo. Marchesi ricordati come frequentatori
della chiesa di S.Antonino.
La parete di fondo è priva di decorazioni perché è stata ricostruita in
seguito al crollo dovuto ad un movimento di terreno. Vi è collocato
l'altare maggiore realizzato in marmo bianco con bordure rosse ed
arricchito con rilievi a motivi floreali simili a quelli degli altari
laterali. I tre altari dell'ottocento, sono stati ristrutturati nel
1906.
Al di sopra dell'altare principale, in una semplice nicchia, si trova
una statua in legno della prima metà del XIX secolo, recentemente
restaurata. Rappresenta la giovanile figura di S.ANTONINO che tiene con
la mano sinistra un giglio, simbolo della purezza, e con la mano destra
un libro. Della statua si sconosce l'autore e qualsiasi notizia storica.
Nella chiesa, inoltre, si trova un dipinto ad olio di medie dimensioni
del XVII secolo di autore ignoto. Non esistono notizie sul dipinto, ma è
probabile che fu fatto eseguire dalla congregazione della Madonna della
Mercede. L'opera si presenta piuttosto misteriosa e non di facile
comprensione in quanto ricca di simboli e di allegorie.
Come le tele della Buona e Cattiva Morte della Matrice, è una pittura
didascalica e narra, attraverso simboli, la vita mistica ed operosa di
S.RAIMONDO vissuto tra il XII e il XIII secolo.
Nominato canonico penitenziere, collaborò attivamente per sostenere
l'ordine dei Mercedari che aveva il compito di riscattare i Cristiani
fatti prigionieri dai Maomettani e fondò la Congregazione della Madonna
della Mercede che, come detto prima, a Marineo fu istituita nel 1600 ed
insediata nella sede che poi fu trasformata in chiesa dedicata a
S.Antonino.
S.Raimondo fu maestro generale dell'Ordine Domenicano, fu nominato
patrono delle partorienti ed ebbe ancora tanti altri incarichi.
Bella la composizione ad "X" che, approssimativamente, si sovrappone
lungo le diagonali del quadro. In alto, sulla sinistra circondato da
nuvole, è raffigurato un ostensorio con ostia consacrata, dalla quale
parte un fascio luminoso che investe la figura del Santo in ginocchio e
chinato in avanti con la corona di spine sulla testa, un lucchetto sulle
labbra e le braccia incrociate in atteggiamento di umiltà. Sulle spalle
porta una leggera cappa con bordi rosso vivo, sotto la quale ha la cotta
e il camice sacerdotale.
La corona di spine sulla testa potrebbe simboleggiare la partecipazione
alla passione di Cristo e la sofferenza sopportata con pazienza dal
Santo; il lucchetto con catena sulle labbra ricorda quello che i
musulmani gli applicarono, dopo di avergli forato le labbra con un ferro
rovente, per evitare che predicasse il Vangelo nei luoghi dove si era
recato in missione.
In alto sulla destra, un angelo mostra i meriti del Santo: un giglio e
la palma con tre corone simboli della purezza, del martirio e delle
virtù praticate dal Santo.
In basso a sinistra su un tavolo, troviamo il teschio simbolo della
morte, il Crocefisso e gli strumenti di supplizio che il Santo usava:
corda, catena con spine ecc. Sempre in basso a sinistra, si legge: "S.RAYMUNDUS
NONNATUS PROTECTOR PARTURIENTIUM ET AFFLIECTORUM". Il Santo fu
proclamato patrono delle partorienti perché era un non nato, nato cioè
non con un parto naturale, ma prelevato direttamente dall'utero della
madre morta durante il travaglio; degli afflitti perché fu un
penitenziere e un penitente.
Attraverso la lettura dell'opera si intuisce che l'ignoto autore,
probabilmente religioso, ha voluto mettere in risalto, principalmente,
quel lato della religiosità che valorizza la sofferenza ed il dolore.
Infatti nel dipinto predomina una atmosfera drammatica. Il pittore non è
un valente esperto del pennello, ma un autodidatta ricco di
immaginazione.
La tela, dopo l'ultimo restauro del 1987 eseguito da Frate Francesco nel
Santuario della Madonna del Daino di Marineo, è in buone condizioni.
In occasione della mostra sacra del 1989, in un angolo della loggia
della chiesa, abbiamo rinvenuto quasi per caso un CROCEFISSO IN LEGNO
del XVII secolo da tempo attaccato dal tarlo che ne aveva già logorato
parte della figura. Dell'arto superiore destro mancano tutte le dita e
di quello sinistro metà dell'avambraccio con tutta la mano. Inoltre sono
state rosi un piede e parte del perizoma che avvolge il bacino.
Nell’ultimo restauro del 2001, oltre a riportare alla luce l’originale
colore oro del perizoma, sono state ricostruite tutte quelle parti
mancanti dell’immagine.
Cristo è rappresentato con il corpo afflosciato e il capo reclinato;
segno che l'ignoto autore lo ha voluto raffigurare privo di vita e
precisamente dopo avere spirato. L'autore, scegliendo di proposito il
momento in cui nella persona di Cristo non traspare più la sofferenza,
ci lascia intendere chiaramente che sua intenzione è presentarci non il
mezzo, ma il fine della passione e morte di Cristo.
Infatti anche se la Crocifissione è un tema tragico, da questa figura di
Cristo scaturisce calma e serenità: "il sacrificio è stato compiuto,
l'umanità è riscattata". E' espresso, in questa opera, un concetto
diverso da quello del Crocefisso, che si trova nella chiesa omonima,
dove si evidenzia invece il momento più drammatico della passione di
Cristo, cioè quello che precede la morte e dove il morente è cosciente
di avere solo pochi attimi di vita e rivela quella tensione nervosa che
rende i muscoli tesi.
Oltre alla ricerca psicologica, il Crocefisso della chiesa di S.Antonino,
presenta interessanti aspetti estetici e formali, come il movimento
ritmico dei capelli che scendono dalla testa lungo le spalle ed il petto
con andamento a spirale accentuato da linee incise e parallele che
seguono l'arricciamento dei capelli.
Di questa immagine di Cristo l'autore se ne è servito per esprimere le
sue conoscenze delle esperienze rinascimentali. La ricerca della
bellezza naturale delle forme, la ricerca dei volumi ed la ricerca
dell'elemento anatomico, determinano sulla superficie del corpo di
Cristo un gioco di luci ed ombre che rendono armonica la figura.
Niente sappiamo della storia di questa opera e neanche dell'autore
tranne che nell'ambito del palermitano esistono altre opere simili dello
stesso secolo e sempre di autore ignoto. Il Crocefisso, per la bellezza
estetica e per la singolare rappresentazione, resta una delle più belle
sculture lignee del paese.
Della ricca argenteria della chiesa di S.Antonino, ricordiamo una
preziosa PISSIDE del 1776. E' in argento sbalzato, cesellato, inciso e
fuso. Porta il marchio di Palermo dell'aquila a volo alto con la sigla
RVP, la sigla AB76 del console Antonino Lo Bianco in carica nell'anno
1776 e la sigla AGN dell'argentiere Agostino Natoli.
E' la più bella e la più lavorata pisside che abbiamo a Marineo,
decorata con elementi che rientrano nello stile rococò. Ha una base
mistilinea graduata che presenta, nella parte superiore, tre volute
sormontate da conchiglie stilizzate diverse l'una dall'altra. Le volute
dividono la superficie della base in tre spazi triangolari decorati da
piccole volute e da motivi floreali con rosette e con foglie d'acanto.
Il fusto racchiude tre nodi formati da tre accartocciamenti ciascuno e
da un elemento attorcigliato su cui poggia la coppa decorata da una
sottocoppa sbalzata con elementi vari: volute, pampini, grappoli d'uva e
spighe.
La decorazione del coperchio è simile a quella della base con tre volute
ed elementi fitomorfi negli spazi triangolari. Due degli elementi
decorativi sono uguali ed uno è diverso. La pisside si conclude con una
piccola croce apicale su un globo in argento fuso.
tratto da Marineo e Dintorni di
Antonino Trentacosti
|
|
argomenti
correlati:
indice arte e monumenti
altre chiese:
Anime Sante
Chiesa
Madre
Crocifisso
Gesù,
Maria e Giuseppe
Sant'Anna
Sant'Antonino
San Michele
SS.
Sacramento
Collegio di Maria
cappella:
calvario
convento:
Madonna della Dayna
santuario:
Madonna dello Scanzano
legenda:
la freccia rossa indica
un collegamento attivo verso una nuova pagina
la freccia grigia si riferisce alla pagina che si sta visualizzando o un
collegamento inattivo
|