Tratto dalla rivista L'INCHIESTA anno x n.
105- GIUSI PARISI
Marineo è un
delizioso centro a 33 km. da Palermo, situato, in una posizione
molto pittoresca, lungo la SS 118 Corleonese-Agrigentina, a 553
m. sul livello del mare. In questa cittadina, edificata su un
poggio sovrastato da un’imponente rupe denominata “La Rocca”, si
respira un’aria particolare, in quanto si può dire che ogni
pietra sia intrisa di cultura. La storia del paese, che oggi
conta quasi 7.000 abitanti, si distingue in due periodi: il
primo, che si presume sia iniziato prima dell’VIII sec. a.C. e
terminato nel Medioevo, dopo il periodo normanno, ed il secondo
che, partendo dal la seconda metà del XVI sec.., prosegue fino
ai giorni nostri. L’insediamento originale di Marineo si è
sviluppato a 500 m. dall’attuale centro abitato, nella zona
della Montagnola, scelta proprio perché costituiva un punto di
controllo strategico, dominante tutta la valle dell’Eleuterio
fino a mare, oltre a rappresentare uno snodo di fondamentale
imponenza in relazione alla viabilità e alle comunicazioni fra
le colonie greche affacciate sul Mediterraneo e gli “emporia”
fenicio-punici tirrenici. In questo primitivo polo urbano, ai
margini dell’area Elima, sono state recentemente realizzate, per
iniziativa della Soprintendenza Regionale ai Beni Cultura li ed
Ambientali di Palermo, diretta da Adele Mormino, delle campagne
di scavo, effettuate dal Servizio Beni Archeologici del suddetto
Ente, di cui è dirigente responsabile Francesca Spadafora.
L’indagine archeologica si è particolarmente concentrata
nell’area dell’arcaico nucleo abitativo, identificato grazie al
rinvenimento di una partita di tegole iscritte in caratteri
greci, con l’antica città di Makella, nome greco di Marineo,
località nota nell’ambito delle lotte tra Roma e Cartagine per
la conquista della Sicilia. Nei pressi delle fortificazioni è
stato rinvenuto anche un importante deposito votivo, formato da
armature in bronzo di tipo greco, che testimonia la continuità
di vita dell’insediamento dal IX-VIlI sec. a.C., fino (almeno)
ad età tardo normanna. Nella metà del XIV sec., il sito infine
venne abbandonato e la città scomparve.
Nel 1550, su “licenza popu1andi del l’imperatore Carlo V, la
nuova Marineo venne fondata da Francesco Beccadelli che, assieme
ai figlio Gilberto, edificò il Palazzo e le prime 300 case. Tra
il ‘700 e 1800 il paese conobbe una grande espansione
urbanistica, mentre il Novecento, è stato segnato da un continuo
flusso migratorio arrestatosi soltanto da un de cennio .
“Il nostro - ha detto Ciro Spataro, Sindaco di Marineo - è un
paese pieno di tradizioni e di cultura; alcuni dei reperti
ritrovati nei recenti scavi, sono stati in fatti esposti a
Zurigo, durante una manifestazione promossa dall’Assessorato ai
Beni Culturali della Regione Siciliana.
Il Comune inoltre sta cercando di valorizzare il Museo Regionale
dell’Eleuterio, ristrutturando l’antica Piazza Castello e dando
vita a un “filo diretto” con la Montagnola, attraverso la
riqualificazione della zona Fontanella, per poter offrire al
visitatore una migliore fruizione dell’area archeologica. Stiamo
cercando di dare anche un nuovo volto all’economia, per creare
un circuito, di cui no protagonisti i centri costituenti
l’Unione dei Comuni dall’Eleuterio a Busambra, fra cui Marineo,
Cefalà Diana, Villafrati, Godrano e, anche Bolognetta.
L’obiettivo è incentivare le numerose aziende agrituristiche, i
prodotti tipici locali e l’artigianato. Sarebbe inoltre
opportuno che le istituzioni provvedessero a supportare
adeguatamente anche la scuota di liuteria delle Fondazioni
culturali G. Arnone, unica in Sicilia, che garantisce la forma
zione di giovani specialisti nella costruzione e riparazione di
strumenti musicali, affinché non scompaia questo patrimonio
tradizionale
Marineo vanta anche dei pregevoli monumenti, fra cui la Chiesa
della Madrice (dov’è custodito il teschio di San Ciro, Patrono
del paese) quella del Convento, del Crocifisso e il Collegio;
recentemente inoltre, a cura della Provincia regionale di
Palermo, è stato ristrutturato il gruppo ligneo della Pietà, una
scultura del 1500 realizzata dal Maestro Pace di Prizzi,
collocata ne Santuario Madonna della Dayna. Fra le opere più
moderne, ricordiamo i bronzi dell’artista corleonese Biagio
Governali di cui uno dedicato ad un illustre marinese, posto nel
giardino comunale, e una statua di San Cito che
l’Amministrazione municipale ha donato alla città francese di
Saìnte Sìgolene, con cui Marineo è gemellata.
Ma uno dei gioielli artistici del paese è senz’altro il
cinquecentesco Castello Beccadelli Bologna che, ospita, in un
restaurata, il nuovo Museo della Valle dell’Eleuterio, una
struttura a carattere regionale la cui sezione archeologica è
stata aperta al pubblico il 7 agosto del 2004. Vi sono esposti
reperti provenienti dai numerosi insediamenti del territorio,
tra cui i corredi di Contrada Santa Agata, ma il nucleo
principale è formato da materiale rinvenuto negli scavi della
Montagnola, databile fra l’Età del Ferro e il periodo medievale.
Fra le interessanti iniziative culturali della cittadina il
fiore all’occhiello è senza dubbio il Premio Internazionale di
Poesia Città di Marineo, di cui, proprio in questi giorni, è
stata bandita la XXXI Edizione. ‘Questa manifestazione -
aggiunge Ciro Spataro - che si svolge ogni anno la seconda
domenica di settembre, è articolata in quattro sezioni, dedicate
rispettivamente alla poesia edita in lingua italiana, a quella
medita in lingua siciliana, a quella edita nella medesima lingua
e una speciale internazionale, riservata a una personalità che
si è distinta nel campo culturale e artistico, scelta dalla
giuria a proprio insindacabile giudizio. Sono stati insigniti
con il Premio Marineo personaggi del calibro di Carta Fracci,
Antonino Zichichi, Piero Ange la, Giorgio Albertazzi, Umberto
Veronesi, Turi Ferro, Bruno Vespa, Franco Battiato e Don Pierino
Gelmini”.
Svariati gli appuntamenti religiosi, fra cui spiccano la
ricorrenza di San Giuseppe, il 19 marzo, che si festeggia con la
classica tavolata in piazza (cui partecipa la sacra famiglia) in
costume tradizionale, e il Giovedì Santo, caratterizzato dalle
Lamentanze notturne dei giovani marinesi che, al suono della “troccula”,
girano per le vie del paese, intonando le nenie della Passione.
Ma l’avvenimento pi importante dell’anno è senz’altro la ‘Dimostranza”,
una rappresentazione sacro- allegorica itinerante in 21 quadri,
incentrata sulla vita di San Giro, che si rappresenta, ogni due
anni, il pomeriggio precedente la penultima domenica d’agosto,
attirando molti turisti ed emigranti, per i quali quest’anno, sa
addirittura allestito un volo charter. Questo teatro medievale
che, partendo dalla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso
terrestre, si riconduce alla vita del Santo Patrono,
rievocandola dalla nascita alla gloria, costituisce la fusione
dell’attore con lo spettatore perché si svolge per le strade,
coinvolgendo circa trecento figuranti locali, improvvisati
attori per l’occasione.
Marineo ha anche delle notevoli attrattive paesaggistiche,
poiché è immersa in una natura incontaminata: a 8 Km. troviamo
il Lazo di Scanzano, luogo ideale per osservare gli uccelli
migratori, accanto al quale si estende il Bosco del Cappelliere
e di Ficuzza, unica grande fo resta della Sicilia occidentale
che conserva, in un habitat rigoglioso, diverse specie di
animali, tra cui volpi e cinghiali. Nel territorio marinese
inoltre sono presenti anche molte aziende agrituristiche che
offrono, insieme a piatti tipici, come il pane di casa e
l’ottima salsiccia, prodotti dell’economia locale, quali il
“Biancolilla” (un tipo particolarmente rinomato di olio
d’oliva), anche la possibilità di tra scorrere delle giornate
all’interno del paradiso naturale del Bosco di Ficuzza. Molto
sviluppato è un ricco artigianato, caratterizzato da ricami,
merletti, ferro battuto, ceramica e vetro lavorato.
Per chi infine, volesse gustare le specialità gastronomiche
locali, soddisfacenti do anche lo spirito oltre che il palato,
può recarsi al ristorante La Rocca Bianca, lungo la SS 118, che
ospita, nelle sue sale, un proprio museo etnoantropologico della
civiltà contadina, realizzato da Salvatore Pulizzotto,
proprietario dell’azienda.
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