di Antonino Scarpulla
I reperti più antichi ritrovati sulla
Montagnola sia negli scavi sin qui condotti che selezionati nel
materiale di superficie sono frammenti di ceramica con decorazione
impressa, incisa e dipinta comune alla maggior parte dei siti
archeologici dell'area centro occidentale della Sicilia (Iato,
Poggioreale, Maranfusa, Monte Cavalli...) detta comunemente ceramica di
S.Angelo Muxaro.
Il repertorio decorativo di tali manufatti si rifà allo stile geometrico
della Grecia i cui influssi in Sicilia arrivarono a partire dalla
colonnizzazione ellenica del Mediterraneo occidentale. Spesso l'argilla
di questi manufatti risulta grigiastra o nerastra specie nel nucleo
perchè cotta a basse temperature. Gli elementi decorativi sono perlopiù
costituiti da cerchielli, rombi, triangoli campiti da tremoli impressi a
rotella o da cerchielli, incisioni con motivi a spina di pesce, bande
dipinte o decorate e fasce costituite da bande verticali alternati a
spazi vuoti o campiti con decorazione a spina di pesce o meno di
frequente motivi a meandri.
La cultura materiale che emerge dal dato archeologico non ci aiuta a
individuare quale popolo viveva sulla Montagnola e nel territorio
circostante. Secondo lo storico Tucidide, che scrisse la sua Storia allo
scoppio della guerra del Peloponneso, sullo scorcio del V secolo A.C.
nella Sicilia Orientale vivevano i Siculi, Nella parte Nord occidentale
vivevano gli Elimi. Definisce questi ultimi Troiani scampati all'eccidio
della città di Priamo nel XII sec. A.C.. Ma gli scavi sino ad ora non
documentano la presenza di questo gruppo etnico al di là dell'VIII
secolo a.C. Il nostro sito nacque comunque in una area di compresenza di
Sicani ed Elimi., volendo ammettere la distinzione operata dallo storico
ateniese tra le due etnie: in ogni caso nemmeno sommariamente è stato
possibile tracciare sul terreno una linea di ripartizione tra le due
popolazioni nella Sicilia Occidentale. Va peraltro rilevato che tale
differenza non hanno trovato a oggi significative distinzioni in campo
archeologico costituendo infatti una facies culturale omogenea. In ogni
caso ceramica indigena , Sicana o Elima quale che sia, si trova su tutta
la superficie della collina e anche nelle immediate vicinanze, alla
periferia del centro urbano di Marineo. Ciò a testimonianza di una
estesa occupazione del sito , anche se non è possibile ancora affermare
che vi fosse un tessuto urbano complesso e ordinato riferibile a questo
periodo data la limitatezza dell'indagine sin qui condotta.
Verosimilmente è da pensare a un abitato che lasciava ampi spazi tra
case o capanne o gruppi di case. Una situazione comune a molti siti
sinora indagati sia sulla costa che all'interno, almeno sino all'arrivo
di Fenici e Greci.
Le unità abitative erano certamente costituite, secondo uno schema
costruttivo molto semplice, da capanne rettangolari o anche rotonde con
un alzato in pietra a secco rinzeppato con fanghiglia o calce e
copertura di fibre vegetali necessarie a ripararsi dalle intemperie
mentre la maggior parte della vita doveva svolgersi sull'uscio di casa
in maniera non molto dissimile a come si svolgeva nei nostri paesi sino
a pochi decenni fa. A questo unico ambiente altri se ne potevano
aggiungere disposti perpendicolarmente alla strada. Di solito l'attività
artigianale si svolgeva all'aperto entro appositi spazi recintati.
Un labile indizio sugli usi funerari ci è dato dal ritrovamento di un
grande vaso grezzo con i resti di uno scheletro proveniente dalle
pendici della Montagnola, verosimilmente dalla necropoli arcaica.
Certamente a questo periodo sono da ascrivere un bovide e un ariete in
argilla non molto depurata con tracce di ingubbiatura rosata, a
testimonianza di una economia prevalentemente agricola del centro, di
una religiosità al ciclo naturale della terra e del grano. Altri
elementi della religiosità sono da individuare nelle ciotole con raggera
incisa o dipinta, simbolizzazione di un culto solare.
Posta dunque lungo le direttrice mare-monti la Montagnola costituì un
efficiente rete di controllo sul territorio mediante l'insediamento a
Cozzo S. Angelo, sulla direttrice dei commerci con l'area di controllo
di Himera e su Monte Rossella località strategiche nel territorio, che
la metteva in collegamento con l'agro di Iato: su queste due località
come ricordato è stato rinvenuto materiale arcaico e comunque
ascrivibile al VI-V sec. a.c.
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